Messaggio:Credo sia una questione morale non espressa che in fondo alle coscienze blocca il mercato queste costruzioni.
La casa per noi occidentali, italiani, di formazione cattolica/romana è un bene d'uso e non di consumo.
Il concetto che c'è alla base di quel tipo di costruzioni è quello del bene di consumo: ovvero un bene che una volta costruito ha un ciclo di vita al termine del quale va sostituito con un altro, magari migliore del precedente.
Più le prestazioni iniziali di quel bene rimarranno costanti nel ciclo di vita più avrà successo; sicuramente però gli anni finali di quel ciclo di vita avranno le prestazioni iniziali tendenti allo zero.
I beni d'uso invece sono progettati e costruiti non per un ciclo di vita ma per tanti cicli di vita come le case tradizionali dei nostri centri storici per esempio.
Il bene d'uso viene mantenuto durante il ciclo di vita così che al termine di questo saranno sufficienti manutenzioni straordinarie per iniziarne uno nuovo e non la sua sostituzione; questo ha un successo in termini di sostenibilità ambientale, morale ed economica poichè il valore di quelle case non azzera mai come quello delle case progettate e costruite per durare un solo ciclo di vita.
Oggi purtroppo questa prassi costruttiva è stata abbandonata ma ancora remore morali inespresse fanno da freno verso le case prefabbricate.
Una seconda remora morale è la standardizzazione edilizia della casa.
L'idea di avere la casa ognuna a sua propria immagine e somiglianza è ancora viva sebbene le case si costruiscono ad immagine e somiglianza dell'architetto o del costruttore e non certo di chi ci abita dentro che si limita a personalizzare gli interni se può.
In conclusione l'appeal della scelta della casa prefabbricata oggi si limita al costo di costruzione ma sul lungo e lunghissimo periodo come investimento non ha grandi prospettive...