Inviato: 05/12/2010 18:28:04
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Ti allego la norma UNI EN 942
" La norma in questione è la UNI EN 942 “Il legno nel settore falegnameria – classificazione generale della qualità del legno”. Questo documento tecnico classifica il materiale impiegato in opere di falegnameria, individuandone le caratteristiche ammissibili o non ammissibili in funzione della classe. Questa norma può pertanto essere ripresa in sede contrattuale specificando la classe del materiale e il riferimento normativo (appunto EN 942): in tal modo sia il serramentista sia la committenza avranno un riferimento univoco in termini di accettabilità delle difettosità del materiale; il serramentista, inoltre, saprà in via preliminare in che modo selezionare il materiale, conoscendo il limite di accettabilità previsto sul prodotto finito. Essendo questo strumento normativo poco conosciuto ed ancor meno utilizzato, se ne riporta nel seguito una descrizione, evidenziando gli aspetti maggiormente significativi: gli interessati potranno analizzarla in modo più approfondito richiedendo a UNI (Ente Nazionale di Unificazione) la versione integrale.
SCOPO DELLA NORMA La Norma Europea EN 942 consente di classificare il legno impiegato nel settore falegnameria e quindi determinarne il grado di qualità in funzione delle naturali difettosità che esso può avere, come ad esempio nodi, fenditure e sacche di resina. Il campo di applicazione è il legno impiegato in prodotti finiti quali porte, finestre e scale o parti staccate. Fanno parte di quest'ultimo gruppo anche i prodotti di falegnameria in legno massiccio, giuntati a dita (o finger jointed), in listellare e lamellari. Questo documento normativo permette, se applicato in sede contrattuale, di definire correttamente le difettosità ammissibili sul legno.
CLASSIFICAZIONE DEI DIFETTI Le parti del prodotto finito che sono soggette ad analisi sono i lati frontali visibili, cioè tutte quelle zone che non sono permanentemente occultate anche a seguito dell'installazione. Le zone non visibili sono definite come lati frontali occultati, i quali non influiscono sulla classificazione finale se non per difettosità che limitano sensibilmente le prestazioni meccaniche del prodotto o ne impediscano l'utilizzo corretto. Da notare inoltre che le parti frontali in movimento, come possono essere le battute delle ante di una finestra, sono da considerarsi zone visibili, e che non costituiscono occultamento le decorazioni effettuate con finitura coprente; in entrambi i casi, si tratta di zone da osservare durante la fase di individuazione delle difettosità. Le difettosità del legno prese in considerazione dalla norma sono: nodi, fenditure, sacche di resina, strati di corteccia, alburno decolorato, midollo esposto, attacchi biologici; le classi previste sono, dalla migliore alla peggiore, J10, J30, J40 e J50 per i prodotti che utilizzano materiali giuntati a dita, listellari e lamellari, e J2, J10, J30, J40 e J50 per tutti gli altri prodotti di falegnameria. La classificazione avviene per mezzo di una tabella, in cui è possibile determinare una delle cinque classi previste dalla norma in funzione del grado di incidenza della difettosità (se ammessa) sull'aspetto estetico del legno. Naturalmente la difettosità alla quale è stata assegnata la classe più bassa rispetto alle altre, determina la classe assegnabile. A titolo di esempio si prenda in considerazione una finestra di cui si voglia determinare il livello di qualità del legno utilizzato per costruirla. Ipotizzando che i nodi si collochino in J40 e che nessun altro difetto comporti l'assegnazione di una classe inferiore, il materiale del prodotto viene classificato in J40. Un ulteriore elemento da considerare durante l'analisi del legno è la variazione cromatica riscontrabile non solo tra le diverse tipologie di legname, ma anche fra l'alburno e il durame: le variazioni cromatiche sono da considerarsi accettabili, salvo specifici accordi commerciali tra produttore e acquirente relativi all'armonizzazione dei colori. Infine, se in uno stesso prodotto vengono utilizzati due o più tipi di legno, questi dovrebbero essere selezionati in modo da evitare movimenti differenziali che potrebbero causare deformazioni sul prodotto stesso.
SPECIFICHE PER CIASCUNA DIFETTOSITA' Nodi e gruppi di nodi I nodi o gruppi di nodi sono analizzati sia per aspetti qualitativi che quantitativi. Se sono di scarsa qualità o difettosi sono ammessi solo sui lati frontali occultati, diversamente posso essere soggetti ad intervento riparatore. Sono ammessi anche nodi spigolosi purché conformi ai requisiti di entrambi i tipi di lati sui quali appaiono. Salvo diversa disposizione specificate nell'opportuna norma di prodotto, la grandezza deve essere rapportata, in termini di percentuale, allo spessore o ampiezza del pezzo e comunque deve rispettare limiti massimi predeterminati. I limiti sono: Classe J2: ampiezza massima di 2 mm; Classe J10: 30% dello spessore del pezzo e ampiezza massima 10mm; Classe J30: 30% dello spessore del pezzo e ampiezza massima 30mm; Classe J40: 40% dello spessore del pezzo e ampiezza massima 40mm; Classe J50: 30% dello spessore del pezzo e ampiezza massima 50mm; Su di un prodotto in legno in cui le condizioni che si riferiscono alle altre difettosità siano soddisfatte, occorre che sui lati frontali visibili non compaiano nodi con larghezza superiore ai 10 mm e maggiori del 30% dello spessore del pezzo. Infine, i nodi o gruppi di nodi di larghezza superiore al centimetro e situati sui lati frontali visibili devono comparire al centro, ad una distanza media tra loro di non più di 15 cm, misurata su tutta la lunghezza del pezzo."