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Buongiorno mi presento anche io...
Andrea Pacciani, vive e lavora a Parma: da oltre 15 anni si occupa di progetti architettonici per nuove costruzioni di natura tradizionale, di interventi di restauro e di ristrutturazione. Si occupa di lavori teorici, studi di fattibilità, pianificazione urbana, oltre che di interni e di design.
Contrariamente al modo corrente di fare la professione oggi in Italia, ha fatto la scelta di progettare e far costruire con i criteri compositivi e tecnologici tramandati dalla cultura costruttiva della tradizione; sulla semplice riflessione che si vive meglio nelle case di una volta che in quelle moderne, ha scelto di riprendere a costruire le prime con i comfort delle seconde.
Alla leggerezza e alla trasparenza, valori dell'architettura contemporanea, i suoi progetti contrappongono i valori della permanenza, delle cose che durano nel tempo, che sanno invecchiare, che saranno trasmesse alle generazioni future perchè manterranno inalterati i propri valori culturali e materiali.
Si rivolgono a lui, oltre alla clientela incline al gusto classico-tradizionale, privati e aziende e pubbliche amministrazioni con il desiderio di riconoscere la propria identità culturale negli edifici che vanno ad aseguire; spesso gli accade di ristrutturare edifici moderni in tradizionali e di eseguire controprogetti "tradizionali" da confrontare con soluzioni "moderniste" insoddisfacenti.
Nato nel 1965 a Venezia, si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano e ha svolto attività didattica in collaborazione con l'Università di Parma. Ha ricevuto il secondo premio al concorso internazionale "Marsham Street" Urban Design Competition, Londra (1996); ha organizzato "Le forme della tradizione", Parma (2004), convegno con atti pubblicati da Franco Angeli; ha esposto alla Biennale di Venezia (2006) 10° Mostra Internazionale di Architettura nella Mostra Città di Pietra con un progetto su Punta Perotti a Bari.
Nel 2008 ha vinto il Palladio Award a Boston, premio internazionale per l'architettura classica e tradizionale.
Il suo lavoro è stato pubblicato su varie riviste di settore nazionali ed internazionali, e sul web; tra i suoi scritti spicca, oltre a quelli dedicati all'Architettura Tradizionale, "L'Arte del Prosciutto", un libro edito da Mattioli 1885 che sconfina nella storia dell'arte e della gastronomia.
E' appassionato, scrive e colleziona tappeti orientali soprattutto classici-anatolici che espone in "Ushak-Atelier di meraviglie" accanto al suo studio.
Parafrasando una frase di S.Agostino, nel quale viene descritta la sua attività professionale, si apre con il motto IN INTERIORE HOMINE HABITAT TRADITIO.